233 - Appello ai figli della Luce

Ai nostri tempi rivolgiamo spesso appelli alle associazioni, ai ribelli che vogliono unirsi contro l'ingiustizia e la degenerazione.

C'è stato mai un momento in cui gruppi opposti hanno avuto il centro della scena e hanno portato le masse a pensare? Attualmente l'uomo si trova collocato, come custode del Figlio interiore della Luce, in un'arena dove luce e tenebre si combattono, dove demoni e dei lottano per il possesso di questa Luce spirituale così rara.

La posta in gioco è sempre la Scintilla Divina, lo Spirito di Buddha, o qualsiasi altro nome che si voglia dare a questo Spirito interiore.

Queste forze non sono interessate alla parte materiale dell'essere umano ma a quella spirituale, anzi all'essere o al non essere. 

Innumerevoli strategie sono state create per indurre l'uomo a sacrificare la sua Luce interiore sull'altare dei Figli delle Tenebre.

Per questo motivo, tra tutti questi appelli alle associazioni contro l'inquinamento ambientale, contro il terrorismo, l'odio razziale e l'oppressione, sarebbe necessario, a dire il vero, far risuonare un appello per tutti coloro che sono consapevoli della loro Luce spirituale.

Per tutti quegli uomini spirituali che sono divenuti autonomi, che forse si sono ritirati dalla degenerazione della spiritualità.

La diffusione dei valori santi oggi sta raggiungendo il suo apice, per questo le maschere verranno strappate senza pietà, i veli dei templi vuoti verranno strappati e così la maggior parte delle "gerarchie spirituali" si ritroverà a fronteggiare il proprio fallimento.

Come uomini spirituali e liberi pensatori anche noi non sfuggiremo a questo spettacolo. Fintanto che ci aggrapperemo ad una sicurezza spirituale creata dall'uomo, la furia iconoclasta continuerà e non risparmierà nessuno.

Ogni uomo che avrà intrapreso il Cammino spirituale, noterà come sarà invocata la sua fede, la sua certezza interiore, come lentamente ma inesorabilmente i vestiti verranno strappati per scoprire finalmente il contenuto: il "sè" reale.

Molti si attaccano ancora al passato rimanendo ostinatamente accecati dai vecchi valori e dicendo a se stessi che così saranno risparmiati da tutte le tempeste.

Tutto è movimento, non ci si può fermare, non si può parlare di un arresto duraturo nella vita umana e, sopratutto, nella vita spirituale.

L'uomo è quindi costretto, se il sonno minaccia di addormentarlo, a seguire il grande ritmo della natura e dello Spirito che prevede sempre distruzione e ricostruzione.

Dovrà infatti rivedere ogni volta la sua opinione per arrivare al Pensiero assoluto che è invincibile ai movimenti del cosmo.

Vita significa movimento e anche continuare fino a un limite, un obiettivo. Questo punto di saturazione può essere trovato solo entro i limiti della natura, entro i limiti delle possibilità umane.

Ed è proprio il cammino delle esperienze che conduce ogni Figlio della Luce a questo punto di saturazione naturale, e questo è diverso da un uomo all'altro.

L'uomo naturale infatti è orientato alla propria esistenza, ed ascolta i suoi desideri, siano essi intellettuali o materiali.

Questo lo porterà ad esser sazio e bisogna arrivare a questo punto di sazietà per scoprire che in realtà non possiede nulla.

Ed è solo a questo punto estremo che potrà finalmente dedicarsi totalmente all'incalzante Chiamata del suo Figlio di Luce interiore.

L'appello alle associazioni parla a chi è saturo di ingiustizia e oppressione, troverà orecchio solo in coloro che provano questa stessa emozione e mai in coloro che suppongono che tutto possa continuare in questo modo.

La Chiamata ai Figli della Luce troverà ascolto tra coloro che sono stanchi degli inganni dei circoli spirituali, e che capiranno che la spiritualità, sia che venga da Est che Ovest, non va fondamentalmente distinta.

Un Figlio di Luce rimane un Figlio di Luce. Solo esternamente è modellato dall'influenza del paese, dal clima o dalla razza, è diverso, ma l'Ispirazione Spirituale, la Vibrazione eterica che parla al Figlio della Luce, è la stessa.

Risuona l'appello ai Figli della Luce: restate liberi e lavorate.

Rimanete liberi fino al momento in cui i Figli della Luce in tutto il mondo si riuniranno, mossi da questo Impulso spirituale che verrà dopo che la maggior parte dell'umanità avrà sperimentato le rovine dei valori esteriori.

Questo Impulso è già vagamente percettibile, riunisce già i ricercatori - non sotto un nome, un'etichetta o una gerarchia - ma sotto un unico denominatore.

Solo il cercatore spirituale autonomo si azzarda a confessare la propria opinione, ad assumersi la responsabilità delle proprie azioni, ed è per questo che tali uomini si riconoscono nel loro cammino di vita, nel superamento delle stesse difficoltà, nella conoscenza degli stessi abissi e delle stesse altezze.

E non hanno che un debole sorriso per coloro che si vantano del loro progresso spirituale, delle loro consacrazioni e delle loro cerimonie.

Perché finché l'uomo parla di queste cose, è pieno di ricompense esteriori, non conosce il proprio Figlio di Luce, e non percepisce la Chiamata che presto suonerà, quando i tempi avranno raggiunto il culmine. 

L'uomo dell'ego dovrà un giorno conoscere il suo "abitante spirituale", per sapere finalmente a cosa serve la sua vita, perché si ribella e perché si sente così irrequieto.

Questo confronto con l'interiorità più profonda arriva nella vita di ogni cercatore: questo riconoscimento del Figlio della Luce porta ad il rifiuto di tutti i trucchi, tutti i compromessi, tutte le banalità che potrebbero allontanarlo dal suo Essere interiore in cui ha riconosciuto il suo Vero Sé .

La Chiamata ai Figli della Luce risuona nelle sfere da molti secoli, di tanto in tanto risuona più forte, poi si indebolisce un po', ma è sempre presente: è la Chiamata urgente all'Unità, al raduno dei Figli spirituali che hanno preso coscienza della loro Origine e che non si lasciano più rinchiudere in un carcere dogmatico o organizzato.

È la Chiamata che stimola l'uomo verso la Verità, verso questa Universalità spirituale in cui il suo stesso pensiero si dissolve e schiarendosi allontana gli ostacoli e rivela immensi orizzonti.

Il Figlio della Luce deve uscire, deve lasciare la sua prigione, abbattere le pareti della sua cella per poter rivedere il Cielo.


Nessun dogma, nessun metodo, nessun dovere può offuscare la vista dei Cieli da dove è venuto, perché è proprio da là che viene la sua Vita.

È proprio da queste Immense Distanze, da questi Orizzonti spirituali, che viene la sua Ispirazione, questa Animazione per una Vita d'Anima rinnovata.

Più scopre e contempla, più forte diventa il suo Ricordo ed il suo Sentimento.

L'Onnipresenza dello Spirito deve circondarlo completamente, sollevarlo e, per così dire, riportarlo verso il Cielo, perché possa muovere con calma le ali sulle Vibrazioni eteriche.

Conosce la direzione, proprio come l'uccello che trova sempre il suo nido.

Non c'è un solo Figlio della Luce che non sappia come trovare la sua Casa, nemmeno se i Figli delle Tenebre bloccano la sua vista.

Deve allora cercare di orientarsi con il suo Senso di Direzione Interiore, il suo Intuito, e scoprirà che una Chiamata risuona nelle sfere - il suo Padre Celeste gli invia il Suo Messaggio non per unirsi all'una o all'altra metodologia, non per rinchiudersi nei doveri e negli obblighi religiosi esteriori, ma il Messaggio è rivolto al suo Figlio interiore per ricordargli la sua Origine.

Non appena il Figlio della Luce lo comprende, diventa un ribelle e appartiene alle associazioni che agiscono contro la melodia vertiginosa dell'adulazione dell'ego e della sicurezza dell'ego.

L'uccello getta i suoi piccoli fuori dal nido al momento giusto, in modo che siano costretti a usare le ali. Il maestro interiore-individuale costringe, al momento giusto, il Figlio della Luce ad essere autosufficiente, a scoprire le sue ali e ad imparare ad usarle.

Ogni inizio è difficile, ogni inizio di un cammino spirituale è pieno di ostacoli, di delusioni - ma l'uomo sano e preparato, rifiuta di tornare come un essere minore al suo nido temporaneo, gira il mondo, e scopre l'Onnipresenza dello Spirito e gusterà la Gioia della Libertà.

Una Libertà che lui stesso ha acquisito, che porta dei rischi, ma che allo stesso tempo gli offre le visioni lontane di cui la sua anima aveva bisogno.

Proprio come lo Spirito è Universale e Libero, così anche il Figlio della Luce è in origine universale e libero - e anela ai suoi vasti Cieli perduti, brama la vera semplicità, la Verità diretta, l'Unità dell'anima e dello Spirito, senza bisogno di metodi complicati!

Pertanto, deve rifiutare tutto ciò che lo mette sotto pressione e tutto ciò che gli è stato insegnato artificialmente.

Deve diventare quello che è veramente.

Le parole "Io sono", così spesso usate in ogni sorta di dottrine, hanno sostanzialmente un significato completamente diverso da quello che si suppone.

Queste parole diventano realtà solo quando il Figlio della Luce sa spiegare le ali, quando vola verso i Cieli e senza paura sorvola altezze ed abissi - solo allora può dire: IO SONO.

Per questo lo Spirito chiama i suoi Figli ad Essere veramente solo dopo che il loro custode - l'ego - ha imparato a non essere.

Dopo che l'uomo è sia pieno che vuoto. 

Pieno di un Essere spirituale che crede dall'interno del suo non essere.

Questo non-essere non si impara, ma si impossessa dell'uomo, lo avvolge come un mantello - come se l'uomo avesse finalmente trovato la veste perfetta, che lo protegge e lo custodisce - perché il non essere annienta tutti i problemi e bandisce le paure, le emozioni e le preoccupazioni.

Arriva sul Figlio della Luce mentre è impegnato a provare le sue ali, mentre alza lo sguardo verso i Cieli Immensi, mentre è impegnato a scoprire il suo spirito nell'universo intorno a lui.

A quel punto osa rischiare, osa cantare la sua vita in modo radicale abbandonando la sua apparente sicurezza, perché sa con certezza che le sue ali possono sostenerlo.

Ogni Figlio della Luce sa di avere le ali, sa che deve rinascere dallo Spirito e nello Spirito, sa di essere chiamato alla Libertà spirituale; ma il suo tutore, il suo ego, non lo riconosce e si aggrappa alla vetta della "montagna della mortificazione".

Ed è per questo che l'Estasi dell'anima, questo Contatto intenso con lo Spirito deve appropriarsi totalmente di lui, perché si lasci andare e rischi tutto, con la Forza che l'anima gli testimonia.

Fondamentalmente non è altro che dimenticare se stessi ed essere così presi dalle esperienze spirituali da dimenticare tutti i problemi dell'ego.

E così, in un momento, viviamo nello Spirito vivendo un'avventura prodigiosa.

Tutto ciò che prima sembrava inimmaginabile e impossibile ora si rivela possibile e chiaro.

Dopo una tale esperienza, sorgono nel cercatore le parole: "silenzio - volere - osare - conoscereî.

Esse in realtà descrivono un unico movimento.

Chi ha sperimentato lo Spirito tace: ha osato fare il Salto nell'Altra Terra, sa cosa gli ha portato e non vuole ricominciare con le vecchie abitudini.

Il Figlio della Luce che vuole ritornare, arriva nella sua Dimora: è una Legge non scritta.

L'ego che vuole diventare santo, diventa ridicolo, anche questa è una legge non scritta.

C'è un appello pressante in tutto il mondo destinato ai Figli della Luce che hanno conosciuto i Cieli e che non vogliono abbandonarli, questa Chiamata li raccoglie e li spinge ad intensificare il loro Lavoro interiore individuale. Perché hanno bisogno della Luce per trasformare la Via Dolorosa in un'Ascensione al Cielo, staccandosi dalle fatiche dell'ego e dalle lacrime per i passati eventi immaginari.

Staccatevi dagli usi e dai costumi fissi, dalla spiritualità apparente e diventate Figli della Luce attivi. Siate i Figli che provano le ali pieni di coraggio, di volontà, di conoscenza e d'audacia, per testimoniare in un commovente silenzio che sapete volare, che potete raggiungere il Cielo, che potete dominare la vostra Libertà e che riconoscete la Chiamata del Padre.

Svegliatevi, figli della luce!

La vostra Vita non è qui - si realizza solo dove i Cieli sono in voi e intorno a voi ñ là dove dimora lo Spirito, là ci sono i Cieli!

Ritornate! Ritornate! Figli della Luce, e non esitate più, perché chi può trattenervi se colui che sa ogni cosa vi chiama?

©2018-2023 Henk e Mia Leene